di Manuel Marrese e Camilla Isola
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Titolo
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“Non sappiamo più guardare, non sappiamo più parlare. Ci sono molte malattie accentuate dalla penuria di parole, di sguardi. La medicina poetica considera l’amicizia, la rivoluzione, la preghiera, la gentilezza, l’ansia stessa come forme di terapia. La medicina poetica non vuole guarire, semplicemente ti ricorda che a un certo punto deve succedere qualcosa: un amore, un disagio, una letizia, una sventura. Tu sei il tuo buon senso e il tuo delirio, la tua depressione e il tuo fervore, sei qualcosa e sei niente, ti puoi curare con la chimica e col sogno.”
L'installazione è un'esplorazione vocale e sonora intorno alla parola poetica, ricercando in essa le possibilità di uscire dalla carta stampata e farsi amica, compagna, medicina, parola che cura.
Si consiglia di trovare un luogo che accolga l'ascolto: uscendo, sedendosi nel prato, o su una panchina, (ci) si sente meglio.